La narcolessia è un disturbo neurologico che si manifesta con un’eccessiva sonnolenza diurna. In altre parole, la persona si trova ad affrontare veri e propri attacchi di sonno improvvisi, che non possono essere in alcun modo controllati. Questo dipende dal fatto che il cervello non riesce a regolare in maniera fisiologica il naturale ritmo di sonno-veglia. Si tratta perciò di una patologia vera e propria, che tra l’altro risulta davvero invalidante. Vivere con questa problematica perciò non è affatto semplice, in quanto gli attacchi di sonno rischiano di compromettere qualsiasi attività della vita quotidiana.

Narcolessia: cos’è e come affrontarla

Generalmente questi attacchi si manifestano ogni 90-120 minuti e, al risveglio, la persona ricorda di aver sognato e si sente anche discretamente riposata. Attualmente la narcolessia colpisce una persona su 2000 e tende a manifestare i suoi sintomi già dall’età infantile, ovvero intorno ai 2-3 anni. Tuttavia, è molto più probabile che questa patologia mostri i suoi sintomi in età adulta, ovvero dopo i 25 anni. Diagnosticare la narcolessia, inoltre, risulta tutt’altro che semplice in quanto, soprattutto all’inizio, si rischia di scambiarla per semplice sonnolenza.

Al contrario la narcolessia è un vero e proprio disturbo neurologico e come tale va trattato. Laddove perciò si sospettasse qualcosa, è bene provare a indagare ulteriormente recandosi presso un medico esperto nella medicina del sonno. Certamente bisogna prestare attenzione a una serie di sintomi cardine che sono:

• sonnolenza diurna
• cataplessia (un improvviso episodio di debolezza muscolare che si verifica in corrispondenza di stimoli emozionali)
• paralisi del sonno ( ovvero la persona non riesce a muoversi né a parlare)
• allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche (ovvero esperienze oniriche molto vivide che si verificano durante l’addormentamento o al risveglio)

Nel  caso in cui fossero presenti uno o più sintomi, il consiglio è di fare qualche approfondimento medico, in modo da ricevere una diagnosi esatta e valutare eventuali terapie.